Fare Utopia
Il teatro è il cuore pulsante del Centro Amazzone, pratica artistica permanente che contamina tutte le attività umane per FARE UTOPIA. Nel contesto speciale del Centro Amazzone il teatro riprogetta l’avventura umana rimettendo in moto le antiche tensioni conflittuali del teatro d’origine per comprendere quelle contemporanee, del corpo e della società. FARE UTOPIA è il terreno in cui chi partecipa radica le proprie azioni e la scena del proprio presente.
Su tale linea la poetica teatrale condivide il metodo di ricerca e di messa in opera di percorsi creativi in cui l’elemento primario è il TEMPO. Non il tempo dell’orologio e del calendario, ma quello dei processi naturali che rispondono alla maturazione del frutto, ai tempi di elaborazione della materia umana che rispondono alla produzione di un nuovo “mondo”. FARE UTOPIA è una posizione poetica e politica di teatro, rifiuta i metodi tradizionali di produzione, rinnega i principi di gestione economica dei teatri pubblici, riporta l’arte del teatro alla sua funzione di guida delle società, antidoto contro l’impoverimento drammatico del consumismo globale. FARE UTOPIA aggrega energie del professionismo e non, contributi interdisciplinari, linguaggi eterogenei e drammaturgie fuori dal commercio.
Il programma delle attività è distribuito su più di attività che rispondono alle dinamiche messe in campo da FARE UTOPIA.
1 - Teatro Studio “Attrice/Non”.
Il Teatro Studio (vedi Centro Amazzone) sviluppa attività di base finalizzate, in forma di laboratorio, alla conoscenza delle tecniche teatrali elementari a cui possono partecipare tutte le donne senza vincolo di frequenza continuata. Qui opera la compagnia stabile “Teatro Studio/Attrice Non” formata dalle donne che nel corso degli anni hanno partecipato agli spettacoli prodotti dall’Associazione Arlenika Onlus.
2 - ClassicoContemporaneo.
“ClassicoContemporaneo” è il risultato concreto di un lungo percorso dedicato dal Progetto Amazzone allo studio del rapporto tra drammaturgia antica e creazione contemporanea. Dopo la realizzazione di molti progetti teatrali dedicati alla ricerca di tale rapporto tra cui, Filottete, Ecuba, Antigone, Cassandra, Baccanti, Troiane, nasce nella nuova sede dell’ex Convento dello Spirito Santo uno spazio permanente che si prende carico dei vari aspetti che comporta il trasferimento in scena, oggi, del mito antico. Dalla lettura, allo studio delle connessioni contemporanee, alla riscrittura e dialogo col pubblico, i passaggi sono resi possibili dal contributo di artisti, studiosi, autori ed esperti di più differenti discipline (drammaturgia, archeologia, fotografia, videoarte…), interessati a condividere uno spazio di riflessione e ripensamento del teatro di oggi, tenuto conto delle sue origini.
Il Progetto Amazzone nell’innovare la cultura della malattia e in particolare il cancro al seno, ha da sempre posto la questione del corpo in crisi come messa in questione dell’origine e quindi come luogo poetico da leggere e riportare all’emozione attraverso il linguaggio teatrale. La drammaturgia di Eschilo, Sofocle, Euripide, sono l’immensa materia che fa da primo mattone alla formazione della civiltà occidentale. In tale contesto va reinterpretato il corpo malato. A dare parola alla poetica di “Classico Contemporaneo” è il manifesto “MigraTeatro” che invoca un perpetuo movimento umano, in un viaggio dell’avventura destinato sempre a nuovi approdi. Si comincia con “Supplici” di Eschilo, ancora con un gruppo di donne che fugge dalla violenza, va verso una terra di accoglienza.
Al progetto partecipano l’Università di Pavia – Drammaturgia Antica e il Museo Archeologico “Antonino Salinas” di Palermo.
3 - migraTeatro
MigraTeatro è il nome del movimento teatrale che dà il nome alla formazione artistica che si compone alla fine del percorso creativo.
migraTeatro
il teatro che fa movimento
C’è un posto che fa teatro con l’onda,
fa largo agli occhi,
fa vedere il fondo…
• migraTeatro nasce a Lampedusa dagli incontri artistici e umani del 2016… ne continua la bellezza e le vibrazioni trasformate in spinta per nuove partenze e approdi, altro andare per mare e drammaturgie libere, prolungare il tempo del già vissuto, fare memoria… ritentare…
• migraTeatro è un modo di pensare e vivere il teatro. Contiene e propone spostamenti, movimenti, ondeggiamenti, ripensamenti, attraversamenti, differimenti, dislocamenti, tutto ciò che appartiene al cambiamento di posizione, geografico, culturale, fisico, al migrare dei corpi e delle lingue, al nomadismo e all’ulteriore ricerca di ricovero sotto le stelle… migraTeatro è paesaggio del mondo invisibile…
• migraTeatro è un orientamento teatrale, guarda, ascolta, agisce, parla, grida, vaga liberamente in mare aperto, accompagna i corpi attorali come i delfini accompagnano le barche… migraTeatro è in sé spirito libero drammaturgico…
• migraTeatro è spazio aperto a chi è vicino e a chi è lontano.